“SCACCHI A SCUOLA” – Verso la conclusione i corsi di formazione degli Insegnanti

Si è tenuto il 14-15/12 presso l’IIS Confalonieri-De Chirico il primo dei due appuntamenti previsti su Roma per il progetto Scacchi a Scuola. Il progetto,ideato dalla Federazione Italiana Scacchi e portato all’interno delle Scuole grazie alla collaborazione del Miur, è pensato come primo step per un auspicato sempre maggiore inserimento degli scacchi nella Scuola così come accade anche in altri paesi europei e in accordo con la dichiarazione del Parlamento Europeo del 15/03/2012.

Gli appuntamenti su Roma, quello tenutosi il 14 e 15 dicembre e quello in programma per l’11 e 12 gennaio p.v., sono gli ultimi organizzati nella nostra Regione dal Comitato Regionale Lazio della FSI e seguono quelli di Viterbo, Tivoli, Cassino e Rieti. A questo primo appuntamento romano hanno partecipato 18 insegnanti di discipline diverse (italiano, matematica, informatica, scienze motorie, ecc) della scuola pubblica, saliti a 19 il secondo giorno; relatori Paolo Andreozzi e Ivano Pedrinzani, istruttori nazionali FSI che seguono l’Area Scuola del Comitato Regionale.

Lo scopo non era ovviamente formare validi scacchisti, obiettivo impensabile nelle dieci ore del corso, né spiegare come insegnare, essendo l’uditorio dei corsisti composto da chi dell’insegnamento fa la propria professione e ha anni di esperienze sul campo. L’idea era invece quella di far scoprire il mondo degli scacchi ai corsisti (spesso completamente a digiuno del gioco), svelare poco a poco l’affascinante complessità dello stesso, far conoscere le numerose esperienze nella scuola pubblica degli altri paesi europei, e in ultimo sottolineare i dimostrati benefici che l’applicazione al gioco comporta per i giovani in età scolastica. Insomma l’obiettivo da perseguire era quello di far germogliare tra i nostri educatori interesse e un sentimento positivo verso gli scacchi e scoprire potenziali diffusori del gioco nella convinzione che, almeno per i primi passi che dovrà compiere il futuro studente, è plausibile che lo stesso sia accompagnato e guidato da una figura che compensi una conoscenza ancora parziale del gioco con un’ ampia e pluriennale esperienza nell’insegnamento; esperienza che invece potrebbe mancare apiù o meno grandi giocatori,sicuramente più esperti del gioco, ma dilettanti dal punto di vista delle scienze educative.

Le due mattinate hanno avuto un protocollo abbastanza simile:

nella prima parte un approccio teorico durante le quali sono state presentate,sempre favorendo l’interlocuzione e il confronto, complessivamente circa 100 slide riguardanti svariati argomenti: abbiamo parlato delle esperienze didattiche in Francia e Inghilterra dove gli scacchi in molti casi hanno una dignità curriculare e della recente (febbraio 2015) decisione bipartisan del parlamento spagnolo di rendere gli scacchi obbligatori nelle scuole perché“allenano la mente”. Visto che erano presenti insegnanti di informatica abbiamo ripercorso gli studi finalizzati alla ricerca di un algoritmo che potesse essere alla base di un futuro software/giocatore; dagli studi del matematico tedesco Zermeloa quelli di Touring e Shannon fino a Botvinnik evidenziando il fatto di come il tentativo iniziale di percorrere la sola forza bruta di calcolo fosse, stante la numerosità tendente ad infinito delle possibili posizioni da analizzare, un vicolo cieco. Di particolare interesse la presa d’atto che l’avvento dell’informatica, che ha decretato la morte di molti giochi, non ha invece fagocitato gli scacchi che sono anzi diventati per gli addetti del settore materia di studio e fonte inesauribile di nuove idee nel percorso verso l’intelligenza artificiale. Tutti ricordavano la scena di 2001 Odissea nello Spazio durante la quale Hal 9000, giocando a scacchi con il comandante Poole, lo costringe alla resa con una combinazione tipicamente umana (dove a volte l’intuizione precede il ragionamento) e non da computer, primo e non capito passo di Hal 9000 verso una sorta di umanizzazione che nel film porterà tanti problemi all’equipaggio del Discovery. Abbiamo poi parlato delle origini del gioco, delle leggende sulla sua nascita, della sua diffusione dal lontano Oriente fino in Europa, dell’attuale struttura del gioco che dura inalterata ormai da oltre 600 anni, dei campioni del mondo che si sono succeduti negli ultimi 100 anni, della sportività e rispetto che deve regnare nel nostro ambiente con il fulgido esempio della accorata e bellissima  lettera che il decimo campione del mondo Spassky scrisse in perorazione del detenuto Fischer (che gli aveva tolto il titolo) all’allora Presidente degli Stati Uniti Bush (“… Applichi quindile sanzioni anche contro di me: mi arresti, mi metta in cella con Bobby Fischere ci faccia avere una scacchiera. “), del passaggio epocale che ha portato internet con la possibilità di giocare gratuitamente, dappertutto, a qualsiasi ora e specialmente di avere un database di partite, di analisi, di studi, immenso, alla portata di tutti e senza diritti di autore.

Un lungo e particolare capitolo è stato infine dedicato agli studi sui benefici effetti del gioco da quello condotto dalla Universidad de Tenerife (“gli scacchi aumentano le capacità strategiche e mnemoniche, insegnano a prendere decisioni sotto pressione e sviluppano la concentrazione”), agli studi del prof. J. Coyle di Harvard che pone gli scacchi tra le attività di punta come protezione contro la demenza nonostante malattie come l’Alzheimer modifichino la stessa struttura cerebrale (“le attività mentali impegnative possono rafforzare non solo le connessioni sinaptiche esistenti ma anche stimolare neurogenesi”).

Entrambi i giorni la seconda parte della mattinata è stata poi focalizzata su aspetti pratici. Predisposte un congruo numero di scacchiere e sistemati i pezzi abbiamo dapprima spiegato a tutti la notazione alfa numerica che rende possibile per chiunque e qualunque sia la lingua di origine  scrivere, mettere a fattor comune, riprodurre e analizzare le partite, dopodiché si è passato ad insegnare il movimento dei pezzi e a vedere una semplicissima partita tutti insieme con il relatore che chiamava le mosse in notazione e i corsisti che riproducevano sulla scacchiera la posizione. Il minicorso pratico si è concluso con alcuni matti elementari (Re + torre, ecc).

Quello che va rimarcato è, malgrado l’uditorio variegato per esperienze personali ed età, l’interesse e la partecipazione che i corsisti hanno dimostrato non solo per gli ambiti più puramente teorici ma anche per aspetti più pratici quali il materiale di base necessario per avviare corsi, il tipo di programma da effettuare, in quali fasce di età si deve imparare, quali modalità e tecnologie devono essere usate, l’approccio più utile ad un gioco così complesso, ecc..

Alla fine della seconda giornata è stato consegnato a tutti i partecipanti un attestato di partecipazione a firma del Presidente del Comitato Regionale Lazio della FSI e abbiamo provveduto a creare una casella di archivio su Dropbox dove i corsisti,accedendo, potranno trovare le slide del corso, un manuale molto semplice sugli scacchi, una nostra breve brochure sulla notazione alfanumerica e un elenco di alcune brochure su specifici temi che potremo rendere disponibili a richiesta

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